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Di ghiaccio e di roccia – bacino del Mulinet

30/08/2015

P1090508Il giro ad anello dei rifugi Ferreri e Daviso è una classica escursione della Valle Grande di Lanzo, così classica che in anni di svariati vagabondaggi non avevo mai intrapreso, prima di oggi. Peccato per me, perché vale la pena salire fino al rinnovato bivacco Ferreri e da lì portarsi ancora più su, ai margini della conca glaciale del Mulinet, dove si trovano le rovine del bivacco Rivero. Strano destino, quello di questi due ripari. Il Ferreri è stato il primo rifugio nella zona, sostituito poi dal Rivero, costruito più vicino alla imponente corona di cime che chiude la valle. Nel giro di pochi anni per due volte le valanghe hanno portato via il giovanotto, cosicché è stato riadattato l’antenato, a quota più bassa e più sicura. La vista del circo glaciale è imponente, ancor più oggi che nuvole andavano e venivano a suggerire punte e evidenziare canaloni altrimenti schiacciati dalla prospettiva. Cima di Monfret, Tour Bramafam, Punta Corrà, Uja della Gura, Uja di Mezzenile, Punta di Groscavallo e Dent d’Ecot rivelano vie di roccia impegnative e poco battute. Il Ghiacciaio del Mulinet è diviso in due, sempre più magro rispetto alle foto di quaranta anni fa, quando la seraccata era ancora cospicua. Il giro prosegue raggiungendo il rifugio Daviso, gestito dal CAI di Venaria e base per chi sale alla Levanna. Per noi è ora di scendere, guardiamo per un’ultima volta le cime della testata della Val Grande avvolte nelle brume del pomeriggio e si scende a Forno, per risalire al Santuario della Madonna di Loreto.

La mostra degli ex voto della Grande Guerra meriterebbe un post a parte, che forse comparirà in seguito: per ora segnalo che sarà aperta tutti i giorni fino al 5 settembre, e poi i sabati e le domeniche fino al 30 settembre, rievocazione della apparizione a Pietro Garino.

 

 

 

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